Indice dei racconti   [8]

Alois Braga ha scritto numerosi racconti brevi e un solo romanzo, anche se lui non ha mai osato definirlo tale. Poco prima di morire pubblica on line Aveva quasi smesso di piovere, un racconto lungo a più movimenti: forse il migliore, certamente quello della maturità.

L’aspetto più straordinario del suo stile è sicuramente l’eredità che ci lascia in termini di compassione, nel significato buddista del termine. Così come ci sorprende sempre, in lui, la capacità impressionante di restituirci a volte uno sguardo malizioso, mordace, tormentato, al limite della violenza, e altre volte così puro e innocente che induce alla commozione. E’ un sentire la scrittura, quello di Alois Braga, per il quale dovremmo tutti essergli grati in qualche modo.


  Le opere di Alois Braga

 

Questo racconto è tratto dall'e-book:
I RACCONTI
I primi racconti di Alois Braga
[ISNC-001/RA]

 

QUANDO FINISCE UN AMORE

Racconto di Alois Braga

 

Quella mattina Nico si sentiva così: incazzato col mondo intero. Si sentiva come una vecchia fabbrica abbandonata, obsoleta, vuota. Ci sono le architravi, i muri, i pavimenti e sarebbe anche possibile riconvertire il tutto, ma lui si sente una merda.

Non ha più pensieri, Nico, non ha più desideri, nessuna frase dentro di sè. Nico è stanco di travestimenti, vuole solamente poter essere nessuno. E dentro di sè ripete: niente, niente, niente, niente, niente, niente... niente all'infinito!

Gira per casa. Gira per ore, su e giù per le scale, da una stanza all'altra, passando e ripassando dal corridoio. è incapace di fermarsi: sente che non può. All'improvviso però, si ferma: si lascia cadere sul divano. Rimane lì, per ore. Davanti a lui, la foto appoggiata sopra il tavolino, nella sua cornice colorata: un ragazzo, in costume da bagno, sorride abbronzato da una spiaggia. Lo stesso ragazzo ricompare in un'altra foto, in un'altra cornice colorata, con un altro ragazzo e Nico, tutti e tre sorridenti, nel cortile dell'università: i due ragazzi sono abbracciati.

Avete mai avuto la sensazione di essere sempre fuori posto? Nico ce l'ha spesso. Soprattutto adesso, rivedendosi in quella foto. Però è stanco di sentirsi sempre fuori posto.

Nico ha ancora addosso l'odore dell'ultima scopata: non vuole eliminare dalla pelle le tracce di questo amore. Ormai finito. E' chiuso in casa da tre giorni. Non ha neanche idea di che giorno sia: non fa altro che tenere la tivù accesa senza audio, buttato su quel divano, evitando di pensare. Del resto, per Nico, non ha alcuna importanza. Vuole solo non pensare. Pensare a niente, ascoltare niente, respirare niente, vedere niente. Vuole farsi fottere dal niente, il niente! E perdersi nel niente. Nel niente infinito.

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Nico si rende conto di dover dare un senso diverso alle sue giornate, uno qualsiasi, pur di andare avanti e sentire qualcosa capace di farlo alzare da quel divano.

Ma che senso ha la ricerca di un senso nell'assenza di senso?, si dirà.

Nico finalmente esce, una mattina presto. Guarda le persone che camminano per strada, e si chiede se tutte hanno una ragione per svegliarsi oggi. Svolta a caso per vie sconosciute, senza sapere dove cazzo stia andando. In una città sporca, e in un susseguirsi d'immondizia.

Ma vede il nome del suo amante, scritto ovunque. Lo legge sui muri, in tutte le stazioni della metro, sui marciapiedi, sui semafori, sulle scale mobili, sopra i manifesti pubblicitari, sulle saracinesche, sugli autobus, sulle panchine nei parchi, sui cestini dei rifiuti. Dovunque gli cada lo sguardo in questa fottutissima città, legge il nome del suo amante. Persino nei cessi dei bar, c'è scritto Paco. Quel nome lo segue in ogni direzione. Questa città è sua, l'ha domata, gli appartiene: lo capisci? Paco esiste, e si riproduce all'infinito. Non puoi cancellarlo, Nico! Bisognerebbe radere al suolo tutto quanto. E' impossibile sfuggirgli. Inutile persino chiudersi nella propria stanza. L'hai scoperto questa notte, sognandolo: c'era scritto Paco, sul soffitto della tua stanza.

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Paco era sempre eccitato, i primi anni dell'università. Si sparava sesso nelle vene tutte le mattine, anziché fare colazione. I professori restavano affascinati ad ascoltarlo per ore prima di fermarlo. La maggior parte di loro se lo sarebbero anche portato a letto, quel figlio di puttana rotto in culo . Un fisico così, piaceva a chiunque: uomo o donna. E Paco, con la sua sicurezza, insinuava il dubbio nelle persone. E tutti lo temevano.

Anche se Nico non vuole, la sua vita senza Paco sta cambiando. E' stanco, è senza forze. E' solo, nelle tenebre, a vegliare la propria angoscia. Quasi improvvisamente si rende conto di non essere più quel ragazzo immortale che lui ha sempre creduto d'essere. In modo violento si rende anche conto che la barriera che lo teneva racchiuso nella sua adolescenza, nei suoi miti, nelle sue illusioni si è sgretolata. Quando nessun altro gli sembra disposto ad accoglierlo teneramente, di colpo ha il terrore della solitudine, di morire. Lui, che aveva sempre pensato alla morte come a una amica con cui dialogare.

E si rivede, sulla spiaggia sporca e fredda di quell'aprile non tanto lontano, che si spoglia. Raduna degli sterpi, dei fogli di giornale e accende un piccolo fuoco. Completamente nudo va, verso l'acqua, incontro a Paco. Fanno il bagno, e poi tornano insieme verso il fuoco. Ogni cosa che fa, ogni azione, ogni gesto, è in un certo senso automatico. Non riesce a decidere niente: si vede agire. E questo lo rincuora, perché tutto nasce da Paco, e tutto muore in Paco.

Scopano di brutto, quella notte di quell'aprile non tanto lontano, stesi sulla sabbia di quella spiaggia macchiata di catrame. Lui avrebbe voluto sparire. Insieme al suo amante, trascinati via dall'onda. Invece rimangono immobili davanti al mare per ore e ore, insensibili al freddo, alla fame, alla stanchezza. Paco lo costringe a resistere, così, nudo. E lui non sa spiegarsi perché ami Paco, perché lo ami in modo struggente. L'angoscia di quello che l'aspetta, lo prende allo stomaco. Cosa sarebbe successo il giorno dopo? Fra un mese, fra un anno? Sarebbe stato capace di difendere questo amore?

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Nella stanza c'è una abat-jour che diffonde una luce pallida. E sul letto, dalla parte opposta della stanza, due corpi nudi. Bellissimi. Nico è rannicchiato tra le braccia di Paco: si sente scosso, profondamente scosso per l'amore che gli porta, ma anche adesso si offre al suo amplesso con una tenerezza struggente.

Nico si è fatto scopare, col dolore dentro, e si sente devastato perché lui ama veramente quel bastardo, quel figlio di puttana . Si sente devastato, perché vede quello che considera la bellezza più grande del mondo, il suo amore per Paco, sottomesso alla più efferata brutalità. Vede la bellezza di questo amore, offesa, e questo lo fa incazzare. E l'amore per Paco, e tutto quanto Nico è in grado di fare per l'altro, sente che è solo in grado di dannarlo.

Col passare del tempo, però, Nico si rende anche conto che, per Paco, lui sta diventanto una sorte di carnefice. Una persona che, proprio perché ama, non avrebbe distolto l'altro dalla propria distruzione. Si rende anche conto che sono destinati all'annientamento, con una determinazione che non ammette ostacoli, due ragazzi che godono nell'essere offesi e violentati, poiché entrambi ritengono che il mondo non li meriti e che nessuno possa essere in grado di capirli. Sono due ragazzi in guerra contro i valori della società   e contro la normalità: sono ribelli, e per questo diversi. La loro relazione è precisamente una guerra separata, e il loro amore è il campo di battaglia.

Una notte d'inverno, Nico decide che avrebbe abbandonato Paco: non può continuare un solo giorno in più, con questa ossessione che lo sta uccidendo. E ci riesce, quella notte stessa. Con una calma innaturale e con una facilità che lo sorprenderanno.

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Ma è solo anni dopo, in quella cella di quel carcere di provincia, in quella strana mattina di falsa primavera, che Nico si rende veramente conto di quello che era successo: quella notte d'inverno, non è stato lui a lasciare Paco, né l'altro a lasciare lui, ma lui ad uccidere.

E di colpo Nico realizza che, dopo la morte di Paco, l'amore ossessivo per l'altro si è trasformato in una presenza spirituale che pulsa e vive dentro di lui. Una presenza che lo aiuta a scoprire il senso profondo della propria solitudine. Poiché il timore profondissimo dal quale Nico era ossessionato, e che nascondeva in sè, cioè il devastante e continuo tormento di poter essere abbandonato da Paco, è finalmente svanito. Proprio nel momento in cui ha deciso di trasformare la sua impotenza nel potere di dare la morte all'altro.

 

 

 
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