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Quando entrai per quella porta a vetri erano da poco passate le undici di sera. Sapevo che lui era là ad aspettarmi con il suo sorriso facile - avevamo bisogno entrambi dell'altro - di fronte alla porta a vetri e vicino alla scala che portava al piano di sopra. Cinque minuti dopo eravamo già nudi, abbracciati nel letto. E a me piaceva stare così per un po', passandogli la mano tra i capelli castani, a osservargli gli occhi nocciola. Non aveva detto niente questa volta, nel rimanere lì così; diversamente dalle altre me lo aveva permesso in silenzio. Allora lo sfiorai con le dita passandogli la mano sul petto, che si alzava e si abbassava nel respiro, e lo percorsi lentamente fino alle labbra che sentii contrarsi e il respiro uscire lento dalle narici e le lingue farsi strada nelle nostre bocche. Ormai eravamo avvinghiati, avidi di desiderio più del solito, e ci amammo prendendoci con dolcezza mai provata prima, cercando di memorizzare nei nostri cervelli ogni istante di piacere il più profondamente possibile fino a desiderare il minimo gesto dell'altro, con le mani, le bocche, le lingue e le parole. Per la prima volta lui e io ci sentivamo uguali nello stanarci in ogni anfratto, in ogni piega del corpo e della mente in cui potevano rifugiarci per sfuggire dal mondo. E restammo insieme tutta la notte, in un susseguirsi di amplessi che ci stavano riscattando per tutto il maledetto inutile tempo della nostra vita passato senza l'altro. * * * Quando la mattina dopo l'agente di polizia entrò nella stanza alle otto, si rese subito conto di quello che era capitato. Qualcosa di così forte e ineluttabile nella tragedia di quel momento. E lo vide per un attimo nella profondità dei nostri occhi, prima di abbassarci le palpebre in un gesto di pietà. Più tardi giù in cortile, nel freddo dell'alba senza sole di quel mattino di fine novembre, il giovane poliziotto si accenderà una sigaretta e solleverà lo sguardo verso le due finestre della stanza che dava sul retro. E capirà che ci sono cose a cui è difficile dare una risposta, contro cui non si può lottare, a cui non è possibile opporsi. Tirerà a lungo dalla sigaretta, e se ne andrà a fatica da quel cortile.
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