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Dopo aver spento la radio, Davide agguantò il giubbotto in pelle. "Dai, muoviti, porto fuori la macchina." Disse Davide e fece per uscire. "Aspetta un attimo." Disse Marco. Teneva una penna in mano e sembrava un po' teso, come se avesse trovato finalmente qualcosa che cercava da tempo. "Cosa c'è?" Chiese Davide, girandosi verso di lui, un po' scocciato. Alle dieci dovevano trovarsi con Cinzia e Laura, e Davide non voleva tardare. "Vieni qui." Disse Marco, concentrandosi ancora di più sul foglio che aveva davanti. Davide gli si avvicinò, con il suo passo lento e controllato, ma ora rivelatore di un po' di ansia. "Zero diviso zero." Disse Marco. "Cosa?" Esclamò Davide, quasi sconvolto. Guardò il quaderno, Marco aveva fatto delle operazioni di matematica. "Quanto fa zero diviso zero?" Chiese ancora Marco, insistendo. Stava sudando e sembrava quasi arrabbiato. "Marco, sono le nove e trenta e devi sbrigarti, altrimenti prenderò una multa per eccesso di velocità." "Aspetta solo un attimo." Cercò di calmarlo lui, e continuò. "Due per zero non è uguale a zero." "Come?" Chiese Davide. "Quanto fa due per zero?" Chiese Marco. "Zero." Rispose Davide, rassegnato a dover sopportare quell'attesa. "In matematica è così, ma la soluzione è errata." Disse Marco. "Ma cosa stai dicendo?" Chiese Davide. Non riusciva a capire dove il suo amico volesse arrivare e il suo discorso gli sembrava totalmente insensato. Davide pensava a Cinzia, la ragazza che loro due avevano incontrato il giorno prima con Laura e con la quale si erano dati appuntamento per le dieci, quella sera. Doveva vederla, non rimanere lì nemmeno per un altro minuto. "Ascoltami per un attimo." Riprese Marco. "Due per tre è uguale a sei, giusto?" "Giusto." Disse Davide, ora molto più seccato. Stava cominciando anch'egli a sudare. "Per verificare se il risultato è giusto, faccio sei diviso tre e ottengo due, l'altro fattore." "Già!" Cercò di sbrigarlo Davide. Aveva fretta. "Se divido sei per due, mi dà tre, giusto?" "Sì, l'altro fattore." Ringhiò l'amico. Ora sudava davvero. "Due per zero, secondo la matematica, è uguale a zero." Ricominciò Marco. "Se io divido zero per due, per verificare, mi dà zero. E fino a qui va tutto bene." Goccioline scendevano dal suo viso. "Ma se io divido zero per zero, non ottengo due, l'altro fattore." Marco sembrava avere degli spasmi, batteva il pugno sul tavolo dopo aver spiegato il problema. "Sì, è vero." Disse Davide, incantato per un istante. Gli occhi fissi sul foglio. "Ma adesso devi sbrigarti. Prenderò una multa lo stesso, però muoviti." Andò velocemente in cucina per lavarsi le mani. "Non vedi che la matematica si contraddice?" Disse Marco. Sembrava che stesse piangendo. "Basta. Non voglio più sentirne parlare. Che cosa ti è successo? Ti si è fuso il cervello?" "Con gli altri numeri va tutto bene , ma se si tira in ballo lo zero, è finita." Disse ancora Marco. "Senti, io salgo in auto. Se ti muovi, vieni, altrimenti Laura te la puoi scordare per stasera, e forse per sempre." Disse Davide, ed uscì. Marco rimase seduto ancora per qualche secondo, poi si alzò. Doveva prendere il giubbotto. Quel foglio di quaderno, ormai, lo aveva esaurito. © Giuseppe Bonan [copyright] - Racconto tratto dall'e-book "Zero diviso zero e altri racconti" [ISNC-012/RA]
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